L’indie dei Mersenne
29/10/2006 § Lascia un commento
Mersenne – Stolen Dresses (Urtovox, 2006)
Marin Mersenne compilò, nel 1600, una lista di numeri primi considerando tutti i valori di n fino ad n= 257; i Mersenne, attraverso 10 tracce, fanno riferimento a diversi gruppi che potremmo definire "primi" nel loro genere.
Possiamo tranquillamente affermare che si ispirano agli Weezer (come stile colleggiale, fresco e vagamente scazzato) ed ai Pavement (strano, sono pochi quelli che si ispirano a Malkmus & Co.). Tra "Clerks" e "I Can’t Stop" si può già notare tutto quello che ho già scritto, ed il disco scorre facilmente verso l’ultima traccia ("So Blind") senza cambiare mira.
Come il matematico francese, anche i Mersenne hanno commesso degli errori (se così possiamo chiamarli); con un suono a questi livelli (complimenti a Giacomo Fiorenza) i ragazzi avrebbero potuto, sicuramente, fare qualcosa di più.
Rimangono nella sufficienza per colpa della mancata originalità (anche se fosse voluta) e per un disco che, accattivante com’è, poteva osare senza paura; è inutile rimanere in disparte, sentire per credere.
Sito Internet: www.mersenne.it
Casa Discografica: www.urtovox.it
MP3: "Clerks" – "There’s a place"
(Hank)
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