Ultime Uscite Urtovox
28/01/2006 § 1 Commento
Appaloosa – Non posso stare senza di te (Urtovox, 2005)
Vari demo all’attivo, due album, tre volte ad Arezzo Wave: gli Appaloosa nascono nel 1998 a Livorno – città di mare e di musica – e da allora, a parte i fisiologici cambi di formazione, non si sono più fermati.
Nel 2000, con l’arrivo di Marco, il gruppo prende la strada del rock strumentale e abbandona il cantato; nel 2004, quando si aggiunge Simone, nuova virata sonora, questa volta verso l’elettronica. I dieci pezzi di "Non posso stare senza di te" si presentano come altrettanti episodi a sé stanti, dieci storie elettronico-psichedeliche che si aprono e si esauriscono in pochi minuti.
Un rock strumentale che tuttavia non risulta freddo, asettico, poco espressivo: se da una parte l’ossatura dei pezzi è costituita da tessiture fortemente geometriche (vedi fra tutte "Victor and Angel"), dall’altra ci sono sonorità funky ("Non posso stare senza di te", "4 women") e psichedeliche ("Brigidino", "La Roby", "Jeff") ad ammorbidire e colorare le composizioni.
A questo mix energico si uniscono le oscillazioni caleidoscopiche create da continue iniezioni di elettronica, e in particolare da un uso sapiente del synth e dei campionamenti. Dieci tracce che sono dieci spazi aperti, dove si incontrano e si cozzano suoni diversi, dando vita ad una impasto sonoro composito, ma allo stesso tempo compatto.
Un album dal suono "potente e sporco" dicono loro. Un lavoro maturo, completo, a cui davvero non sembra mancare niente. Con la supervisione in qualità di produttore e fonico di Giulio Ragno Favero (ex One Dimensional Man).
Casa discografica: www.urtovox.it
Sito Internet: www.appaloosarock.com
Contatti: info@appaloosarock.com
(LeBleuDesordre)
Psycho Sun – Silly Things (Urtovox, 2005)
"Se Tom Verlaine fosse nato italiano sarebbe nato sicuramente nel Salento ed avrebbe messo in piedi una band con il nome di Psycho Sun… questo è quello che ci piace pensare." Ecco come presentano questi quattro ragazzi salentini in casa Urtovox.
Io non bestemmierei così tanto: si, va bene, i Television si sentono in alcune tracce ("The King" per esempio), ma non vuol dire nulla. Gli Psycho Sun si sono ispirati a Ben e Cicely (in "La Banda dei Brocchi" di Jonathan Coe) per scrivere "Silly Things" (una lenta ballatina finale) e "Ben and Cicely" (ottimo brano, il migliore) appunto; ma di sicuro Coe, se fosse nato nella nostra penisola, non sarebbe stato pugliese e non avrebbe narrato la storia di un gruppo come questo.
Lasciando perdere tutto ciò, il disco è ben fatto: a partire dalle sonorità Weezer o da Collegge Band ( "Lovers"), fino ad arrivare al rock-garage di "Change My Time" e all’urgenza punk di "Corvette". Ho apprezzato la scelta di un finale distaccato, un walzerino con un "nice" piano che fa sorridere.
Con umiltà, questi ragazzi, potranno salire nel panorama indie-italiano (con grande ispirazione per quello U.S.A.); bisogna fare una cernita però, e poi tutto sarà al suo posto ( e l’ironia sparirà dalla recensione).
Sito Internet: www.psychosun.it
Casa Discografica: www.urtovox.it
Contatti: info@urtovox.it
(Hank)
ma senti, hank, dici che tom verlaine se venisse a conoscenza della magagna desidererebbe morire al solo scopo di potersi rivoltare nella tomba?; o, al più, allo scopo di poterci fare proferire soddisfatti: "tom verlaine si starà rivoltando nella tomba"?
un saluto da, attenzione al nick,
cannata is my co-pilot
"Mi piace""Mi piace"